La resistenza degli alunni al rientro in presenza

Scritto da il 22 Aprile 2021

Fenomeno che sta emergendo con le nuove disposizioni, con la possibilità per gli alunni delle scuole superiori di ritornare a sedersi tra i banchi. I ragazzi oscillano lentamente tra la voglia di normalità e lo stazionare in una sorta di loop , come lo definiscono, in cui la ripetitività delle azioni, degli spazi e dei tempi sembra aver creato un marsupio in cui crogiolarsi oltre i tempi naturali di sviluppo. L’effetto regressione dovuto al blocco forzato dei pensieri, in quanto precursori delle azioni, ha creato un recinto in cui rientrare sia fisicamente che mentalmente. Pochi coloro che hanno visto in questa nuova dimensione un’occasione per entrare in contatto con se stessi, per fermarsi a riflettere su dove potrebbero posarsi i pensieri senza l’altro, senza il rumore delle relazioni, dello stordimento del mondo esterno, che perde sempre più fisicità e acquista una nuova forma di realtà. La maggior parte di loro si sta nutrendo a dismisura della realtà surrogata, accontentandosi della finestra virtuale come unico affaccio sul mondo che serra sempre più porte e infissi. Genitori preoccupati in attesa che escano (se sono fortunati) per consumare frettolosamente il pranzo e difficilmente la cena per non perdere il contatto con quello spazio che sembra l’unico possibile: sembra essere una sorta di coperta di Linus o di felpa che rassicura, diventa un tutt’uno con il corpo, un prolungamento, una realtà, da cui è difficile separarsi. Tornare in aula è come rivivere per la prima volta il contesto sociale, occorre una fase di transizione. Il timore accresce con la consapevolezza delle richieste, tante e immediate, da parte dei docenti, ansiosi di confermare le valutazioni effettuate in DAD che sanno di “falso”, che sanno di fallimento del percorso educativo e formativo. Molti, troppi, i ragazzi, laddove avranno la possibilità di scelta, che continueranno a stazionare e a guardare il mondo muoversi dalla sicurezza dei loro arrocchi.

Foto di Zen Chung da Pexels


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