Si riparte…

Scritto da il 14 Ottobre 2021

Al chiudersi di un anno scolastico e al riaprirsi di un altro, si definiscono, in genere, progetti, si delineano aspettative, si parte con rinnovati entusiasmi. Tuttavia, questo, è un anno diverso: l’ansia di rinnovamento non è professione teorica, espressione di consumata esperienza da parte di docenti preparati, avvezzi all’uso della specifica terminologia, ma tristemente vuoti di sostanza. È, invece, l’attesa pulsante di un inizio auspicato, di una normalità da ritrovare o, probabilmente, da riscrivere. Perché, sì, la lunga fase di dad, alternata a presenza in classe o a didattica mista, ha fatto sentire fortemente l’assenza della scuola come socialità. Ha creato fratture profonde, ha generato incertezze, specie nel mondo dei più giovani, che stenta a ricostruire, perché stroncate sul nascere, quelle abilità sociali che cellulari e messaggi hanno spento, hanno ridotto ad un’essenzialità stringata ed amorfa, sezionando ed abbreviando parole e, con esse, sentimenti, stati d’animo, emozioni che avevano, invece, urgenza di declinarsi in numerose sfaccettature, per esprimere la ricchezza pullulante dell’età giovanile. È chiaramente un periodo di difficoltà, lo si sperimenta da educatori e da genitori, ma se questa crisi, come tutte, non diventa occasione per un’analisi, un rinnovamento, un discernimento, se è solo denunciata e non agita, se non è vissuta alla ricerca delle cause remote e non se ne coglie il vuoto valoriale che le è sotteso, probabilmente sarà vana.

Se, viceversa, in essa si scorgono i semi del rinnovamento, la necessità di un’educazione ai valori prima che ai contenuti, se si tracciano, a partire dal vuoto e dallo smarrimento, dall’isolamento e dall’individualismo, le direttive nelle quali inscrivere un disegno educativo futuro, anche questo momento, così profondamente oscuro, potrà diventare motivo di crescita, di revisione e di miglioramento. Se dai due anni appena trascorsi qualcosa abbiamo appreso, è proprio la necessità della collaborazione e dello scambio tra colleghi e amici, tra insegnanti ed alunni.

Proprio perciò più che mai quest’anno i ragazzi attendono “il primo giorno di scuola”, a partire da esso potranno misurare nuovamente la capacità di stare tutti insieme, di reggere il confronto, di sperimentare il limite e di attrezzarsi per superarlo.

Maura Melissano


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