LA FORMAZIONE PROFESSIONALE: UN PERCORSO A STEP CHE PROMUOVE IL VALORE DELL’ESPERIENZA

Scritto da il 10 Ottobre 2020

“Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco” con questa frase Confucio ci spiega in modo cristallino come avviene l’apprendimento. Non basta ascoltare la lezione dell’insegnante per imparare quello che sta dicendo e neppure osservarlo mentre svolge una qualsiasi attività, per apprendere quell’attività. Perché un apprendimento si fissi in modo indelebile nella memoria occorre sperimentare quella attività in prima persona. In questo modo la conoscenza viene interiorizzata e diventa esperienza indelebile, fruibile immediatamente e sempre a nostra disposizione.

L’obiettivo della formazione professionale è proprio questo: insegnare un mestiere attraverso le attività laboratoriali e trattare le materie scolastiche, anche quelle apparentemente più astratte nel modo più concreto possibile. Ad esempio Insegnare l’angolo retto, che in gergo edile si chiama “angolo in squadra” quando si deve tracciare un muretto in mattoni è molto più semplice che insegnarlo sul quaderno, attraverso il solo ausilio del teorema di Pitagora. Nella mia esperienza ho visto decine di volte alunni illuminarsi di sorpresa e affermare “Adesso ho capito!” dopo aver realizzato l’angolo a 90° del proprio muretto.

Dopo la terza media è possibile scegliere la formazione professionale, un percorso a step che prevede il conseguimento della qualifica in tre anni, il diploma in quattro (per gli addetti ai lavori IV livello EQF) e se si vuole proseguire ancora c’è il quinto anno di IFTS  -Istruzione e Formazione Tecnica Superiore, e il sesto + settimo anno di ITS – Istruzione Tecnica Superiore. Voilà, in men che non si dica l’alunno si ritrova a vent’anni formato, specializzato e già con molteplici offerte di lavoro. E sì perché la formazione professionale conduce a un’occupabilità pressoché certa. A partire dal secondo anno sono previste esperienze di stage mirate, il cui monte ore cresce progressivamente fino a trasformarsi in vera e propria alternanza scuola-lavoro.

Dal 2004 sono tutor e coordinatrice didattica in una scuola di formazione professionale. Considero questa tipologia di scuole un percorso eccellente per l’attenzione che viene data all’alunno e alle sue peculiarità, cosa resa possibile anche da numeri complessivi abbastanza contenuti. Il fatto poi che si possa procedere per step la rende una scelta vincente per quei ragazzi e quelle ragazze che, a tredici anni, non se la sentono di impegnarsi a lungo termine e desiderano diventare autonomi nel più breve tempo possibile.

Nonostante le innumerevoli potenzialità, questi percorsi sono ancora poco conosciuti e talvolta addirittura snobbati, motivo per cui l’orientamento scolastico, a mio parere, andrebbe potenziato in questa direzione.
Spesso, mi confronto con i referenti delle scuole medie che sembrano quasi giustificarsi per il fatto che pochi studenti manifestano interesse per questa tipologia di formazione. Allora io mi chiedo: “Può essere sufficiente consegnare i depliant informativi per scalfire un pregiudizio? Non sarebbe più efficace per gli studenti essere spinti a conoscere ciò che non conoscono? Amorevolmente guidati.
Io credo di sì, ma ci vuole coraggio. Occorre alzare lo sguardo e mirare a un obiettivo più grande: far comprendere alle famiglie che ogni studente ha i suoi talenti e la miglior scelta che si possa fare dopo la terza media è una scuola che valorizzi questi talenti.

Claudia Bressan – Squadra Scuola

Foto: Wikipedia


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