Maestro prima di tutto. Tributo a Gigi Proietti

Scritto da il 6 Novembre 2020

Novembre, nel giorno dei morti, c’ha regalato e tolto Gigi Proietti. Ironia della sorte, pensate che 2 fratto 11 fa 0,18 periodico (diciottodiciottodiciottodiciotto….). C’ è qualcosa di magico, non può essere solo una coincidenza! 

Gigi, come tutti sono soliti chiamarlo, oltre ad essere uno di casa, uno di noi, era anche Maestro. Così lo hanno nominato tutti i suoi allievi, salutandolo con affetto e con rispetto per l’ultima volta al Globe Theatre di Villa Borghese. Dopo questi giorni veramente tristi, non riesco a spiegarmi come questa parola, maestro, risuoni cosi profonda nell’animo di tutti noi. Mi spinge a riflettere su quella strana, straordinaria potenza propria un buon insegnante, propria di Gigi Proietti, su una moltitudine di persone che, per risonanza, assorbe l’arte dell’ ”insegnamento dell’Arte”, come quella praticata dal Genio Popolare che ci ha appena lasciati. 

Proprio guardando alla figura del Maestro, a colui che arde nel dare un po’ di sè agli altri, a colui che “fa di niente il tutto”, a colui che desidera arrivare, anche per una millesima parte, ad ognuno di noi, si riesce a capire come la Sua vita riecheggia nei suoi stessi insegnamenti, nei suoi consigli, nelle sue debolezze, e nella sua straordinaria abilità maieutica di far emergere le abilità e le capacità di artisti, attori, uomini e donne.  Allo stesso modo, così il Suo operato arriva anche a persone mai fisicamente incontrate,  diventa eterno, visibile in ogni scena, in ogni battuta, in ogni  pausa, in ogni silenzio. 

E oggi che Gigi non c’è più ci fa strano, come forse non ci  aspettavamo, ci chiediamo come mai ridiamo pensando a lui pur essendo molto tristi? Pur percependo il vuoto che ha lasciato?

La risposta, credo, ha dell’assurdo. E’ l’ ambiente di apprendimento (il teatro in questo caso), è la scuola di educazione artistica e culturale che diventa ambiente di vita reale, di osmosi di esperienze, che rende il processo di insegnamento/apprendimento un’alchimia unica. 

Un maestro, in fondo, è l’umile sacerdote del tempio della conoscenza e dell’arte nelle sue molteplici forme. E’ votato alla cura dell’apprendimento. E’ artigiano e strumento allo stesso tempo, al servizio delle nuove generazioni, di tutti, proprio di tutti. Ecco perchè il pianto coincide con il riso, l’umanità con la professione che diventa missione. Il maestro precede l’artista o qualsiasi esercizio: si dona agli altri, prima che a se stesso. Ecco perchè Gigi è maestro. Un Maestro di vita. Un Maestro prima di tutto.

Simona Mastroddi – Monterotondo, Roma

Foto: Wikipedia


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