Un progetto sullo sviluppo delle competenze emotive e socio-relazionali: “Lavorando insieme si cresce”

Scritto da il 14 Gennaio 2021

In una piccola realtà in provincia di Torino e, più precisamente, a Collegno, è nato un progetto denominato “Crescendo insieme si cresce”, nel 2013. A causa di alcune problematiche sorte in una classe dell’Istituto “G.Marconi”, si è deciso di attivare un progetto pedagogico con lo scopo di creare una palestra emotiva. Le emozioni, anche quando non ce ne accorgiamo, guidano le nostre scelte razionali. La competenza emotiva, cioè la capacità di gestire intenzionalmente e volontariamente le emozioni, è fondamentale per l’autoaffermazione di sé. La palestra emozionale, caratterizzata da attività laboratoriali, può portare alla comprensione di noi stessi, ciò che siamo e ciò che proviamo. Questo progetto è nato con l’intento di migliorare la situazione socio-relazionale della classe, ma è finito per coinvolgere diverse classi e istituti scolastici. Infatti, partendo da un numero di 24 alunni, ha finito nel 2019 per coinvolgerne circa 400 totali. Così, le scuole ad oggi coinvolte sono l’Istituto Marconi, Moglia, Leumann e Cervi. Nei sei anni di lavoro, che hanno coinvolto numerosi insegnanti, soggetti esterni, quali progettisti, psicologi, pedagogisti e tirocinanti, si sono svolte diverse attività il cui focus era l’apprendimento emotivo e l’intelligenza emotiva. Le fasi di sviluppo del progetto hanno riguardato: una fase di potenziamento delle competenze emotivo-relazionali dei docenti, per la gestione di situazioni complesse; attività laboratoriali che hanno coinvolto gli alunni e i loro genitori per un percorso di crescita focalizzato sull’elaborazione della rabbia e sulla comprensione dei propri e altrui stati emotivi; una terza fase in cui ci si è focalizzati maggiormente sul sostegno alla genitorialità; e in ultimo, la fase di valutazione e documentazione continua. Il progetto è stato ideato per lavorare sulle emozioni nei 5 anni della scuola primaria, attraverso il tema dei cinque sensi. Le attività vengono divise per anno scolastico: nel primo anno ci si concentra maggiormente sulla corporalità tout court, nel secondo anno sulle percezioni sensoriali e in particolare vista e tatto, nel terzo udito e gusto, nel quarto si aprono dibattiti più maturi sul tema delle regole di cittadinanza e, infine, nel quinto anno si parla di affettività generale e le relazioni sociali. I dati che sono stati ricavati nel corso dei 6 anni di lavoro, evidenziano uno sviluppo esponenziale dell’interesse maturato e della richiesta di partecipazione delle classi. La domanda che ci si potrebbe porre, in relazione al progetto qui presentato, è: “È necessaria una didattica delle emozioni?” La risposta: non è solo necessaria, ma anche altamente richiesta dalla comunità scolastica. L’educazione emotiva si rileva come proposta efficace per garantire le competenze​ necessarie allo sviluppo e partecipazione attiva alla cittadinanza e, in generale, per un’educazione alla legalità. I vantaggi che derivano dall’attivazione di un progetto di tal genere sono molteplici e conclamati: miglioramento della percezione del benessere degli studenti, motivazione ad apprendere, miglioramento dei risultati scolastici, prevenzione alla dispersione scolastica e dei comportamenti aggressivi. Attraverso l’attivazione di più classi di una scuola, è possibile creare una piccola comunità che collabora e scambia le proprie idee, per di trovare nuovi strumenti adattabili alle esigenze e quindi per la realizzazione personale di tutti i fruitori, docenti compresi. Il progetto, ad oggi, è ancora in essere e in continuo mutamento in base ai bisogni e necessità della comunità a cui si rivolge. Per il futuro, ci si attende che possa coinvolgere altre scuole, docenti e studenti, per poter generare una socialità che miri al miglioramento personale e all’accettazione di sé e degli altri.

Federica Cauli
Università degli studi di Torino

Foto di Artturi Mäntysaari da Pixabay 


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