Stipendio docenti: il modello europeo

Scritto da il 7 Agosto 2020

Sovente capita di leggere “slogan” del tipo “Gli insegnanti italiani: i meno retribuiti d’Europa!” Di fronte ad una così generica, demagogica e diffusa affermazione, frutto di una scarsa conoscenza della scuola europea, mi sembrano doverose alcune puntualizzazioni. Che gli insegnanti italiani siano mal pagati, è fuori discussione, ma quando si fa il paragone con l’Europa, di quale Europa intendiamo parlare?

Prendiamo ad esempio la Romania e la Finlandia, due paesi che ho avuto modo di visitare perché inseriti nel progetto Comenius (a.s. 2002-2004 scuola Dino Campana Scandicci). Lo stipendio base di un docente di scuola primaria in Romania allora si aggirava sui 200 euro netti al mese, stessa cosa, ci dicevano, negli altri paesi dell’est Europa, di contro in Finlandia un docente dello stesso grado di scuola guadagnava circa 2000 euro al mese (va detto però che in Finlandia la vita è carissima, ricordo che una bottiglietta d’acqua minerale costava ben 5 euro!), pertanto lo stipendio era rapportato al costo della vita. Ma lasciamo i “bei tempi passati” e veniamo ad oggi.

Io ho una nipote che insegna a Londra, in una scuola statale, a studenti di un’età compresa fra i 14 e i 18 anni che da noi corrisponde ad un scuola superiore. Ebbene lo stipendio base di un docente è di 17.000 sterline lorde annue, la tassazione è del 20% ( da noi il doppio!) stipendio massimo 38.555 sterline . Allo stipendio più alto non si arriva per anzianità ma per merito. Si lavora 35 ore la settimana, di cui 22 ore di insegnamento frontale, le altre dedicate alla sostituzione dei colleghi assenti o al sostegno su alunni diversamente abili o svantaggiati, al tutoraggio e alle riunioni. Ogni insegnante entra a scuola alle 8,30 ed esce alle 15,30 col sabato libero. Come si può vedere il loro stipendio base, considerando le ore di lavoro in più, non si discosta dal nostro: è sulla progressione di carriera che si gioca la partita, una progressione che da noi non esiste, relegati a piccolissimi scatti di anzianità, adesso per giunta bloccati! E veniamo ad un altro grosso nodo: il MERITO, parola che qua fa tanta paura (ma perché? Ne ho conosciuti tanti di insegnanti bravi!) Quello che si obietta è :- Ma come si fa a stabilire chi è meritevole? Vi rispondo ancora col modello inglese. Un insegnante appena abilitato prende lo stipendio più basso e progredisce ogni anno solo per merito. Ad ogni scuola è assegnato un vice preside che fa le osservazioni sugli insegnanti. Ci sono 3 osservazioni formali annuali, più un’ ispezione interna di 2 giorni all’anno per classe e le varie “entrate a sorpresa” settimanali che durano però non più di 10 minuti. Per ognuna viene espresso un voto (insufficiente, sufficiente, buono, ottimo). Ogni tanto c’è l’ispezione ministeriale (esterna), pure questa a sorpresa Vengono controllati anche i quaderni degli alunni, una volta al mese, su una classe campione, per valutare qualità del lavoro svolto, raggiungimento degli obiettivi e adeguatezza delle correzioni apposte dal docente. A fine anno, a seconda della performance raggiunta, si ottiene lo stipendio immediatamente superiore. In media per ottenere lo stipendio massimo ci vogliono 15 anni. I n questo sistema, un insegnante può però saltare uno scatto se è particolarmente bravo e ha dimostrato o fatto cose in più. Allo stesso modo, un insegnante che è arrivato in cima agli scatti può regredire se non mantiene gli standard precedentemente raggiunti. Prima che questo succeda però il docente viene inserito in un programma di aggiornamento ed osservato varie volte. In Italia sarebbe fattibile un simile modello? La discussione è aperta..

Sonia Colzi

Foto di Karolina Grabowska da Pexels

cima agli scatti può regredire se non mantiene gli standard precedentemente raggiunti. Prima che questo succeda però il docente viene inserito in un programma di aggiornamento e lo osservano varie volte. Mi chiedo se qua sarebbe fattibile un modello così…qualcosa però sta cambiando anche da noi…staremo a vedere! Mi scuso, con chi avrà avuto la bontà e la pazienza di leggermi, per la lunghezza dell’argomento trattato. ma ci tenevo a chiarire o almeno a cercare di farlo, poichè alla scuola ancora ci tengo, quanto siano demagogiche certe affermazioni, frutto di una scarsa conoscenza della scuola europea e della volontà di fomentare ulteriore rabbia, che certo non serve a fare andar meglio le cose!

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