NON SOLO SOCIAL

Scritto da il 5 Febbraio 2021

Da tempi sempre più lunghi si sente ormai parlare da ogni parte dell’affluenza di social, canale di comunicazione innovativo e attuale, adeguato ai progressi tecnologici e comunicativi che oggi l’uomo ha introdotto attraverso uno sviluppo avanzato dei nuovi mezzi di comunicazione. Quando si cerca qualcuno, forse lo si cerca attraverso i social, quando fissiamo un appuntamento con un amico, ebbene sì a volte si preferiscono i social. Radio, giornali, tv ormai diventati obsoleti per quei giovani che vantano di scambiarsi idee e informazioni attraverso i social e non solo, ma la brama di apparire, di mostrarsi, diventa più forte e più disinibita che mai, perché probabilmente dietro ad uno schermo lo si fa meglio senza la paura del giudizio o della critica altrui.

Social e Social network, termini che ormai si sono integrati nel nostro linguaggio comune e quotidiano, parole che riempiono pagine di giornali e di testi di natura sociologica, rappresentano una modalità diversa di incontrarsi, di conoscersi, di confrontarsi e con una sola parola di relazionarsi. Mezzo avanzato per incontrare persone di altri paesi del mondo, di culture lontane dalle nostre, in un solo istante ci ritroviamo magicamente a Parigi o a Londra. Mai si poteva pensare a questa rivoluzione mediatica che io definisco nuovo “Fenomeno Sociale”. Settant’ anni fa, ricordiamo nel novembre del 1936, la BBC inaugurò a Londra il primo servizio di trasmissioni televisive e ricordiamo il lontano 1895 quando Guglielmo Marconi riuscì ad inviare il primo segnale Morse, usando le onde radio, quindi se ne deduce la massima evoluzione tecnologica compiuta dall’uomo nell’arco di un secolo. A parer mio l’introduzione di questi innovativi mezzi di comunicazione ha stravolto due aspetti fondanti dell’uomo e dell’intera società: la comunicazione e la relazione. La prima è costituita da un interscambio di azioni verbali e non verbali che non traspare attraverso un sito internet o attraverso il web e che pertanto non possono sostituirsi a nessun social, malgrado ne conosciamo l’utilità e il fine estemporaneo di scambio di contenuti di ogni tipo e informazioni e cioè specificamente possono toccare dalla sfera sentimentale a quella sportiva. Come sottolinea il sociologo Fausto Colombo, all’interno de “ Il potere socievole “ (2013), « due nuovi soggetti sono diventati parte attiva del potere aggiungendosi a quello detenuto dalle istituzioni tradizionali: le agenzie non istituzionali che operano su Internet e gli stessi utenti », protagonisti iperconnessi di questi nuovi equilibri. Il che, associato all’elevata accessibilità, alla velocità di diffusione dell’informazione e ai costi decisamente contenuti, ha condotto a una vera e propria democratizzazione del mezzo stesso. L’emergere di nuove tecnologie alla portata di tutti e di una rete Internet accessibile, infatti, ha trasformato gli utenti da meri fruitori di contenuti a produttori attivi degli stessi: tutti possono creare nuovi contenuti che chiunque può modificare, condividere e distribuire a proprio piacimento.

Ne consegue, dunque, una perdita di identità personale e di originalità distintiva di ognuno di noi. Inoltre l’uso generalizzato e incondizionato aperto alle giovani generazioni di bambini e adolescenti comporta la perdita di individualismo, perché pare che gli stessi di cui sopra ne facciano un uso inappropriato e spesso, dalle recenti vicende drammatiche, si evince che diventano prede di raggiri psicologici impressi dai soliti astuti che in forma indiretta abusano dei più deboli e che diventano inconsapevolmente vittime di abusi prepotenti che non si spiega con certezza dove vogliono giungere. Di conseguenza si chiede maggiore controllo sull’utilizzo dei social, specie quando chi ne fa uso sono quei giovani e piccoli che, a mio avviso, farebbero bene a non abbandonare i tradizionali mezzi di comunicazione.

Foto di Manfred Antranias Zimmer da Pixabay 


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