Non chiamiamola festa della donna

8 marzo “Giornata internazionale dei diritti della donna” (ONU 1977) , che vuole essere la giornata non del genere femminile, ma una giornata di riflessione sui diritti negati alla donna, sulle discriminazioni, sulle violenze di cui è oggetto, sulla parità di genere, principio trascurato anche in
occidente e lontano dall’essere reale, se pensiamo ad esempio che in Italia lo si vorrebbe raggiungere con le quote rosa imposte per legge, quando invece occorrerebbe insegnare e nei fatti, offrire pari opportunità, in modo che le quote rosa siano qualcosa di naturale, fisiologico e non una
imposizione.

Non chiamiamola festa della donna, ma GIORNATA DEDICATA ALLA DONNA, idea che nasce agli inizi del novecento con le rivendicazioni sociali delle sezioni femminili delle Internazionali Socialiste europee, con il movimento delle suffragiste negli Stati Uniti, per non dimenticare la manifestazione antirazzista dell’8 marzo 1917 di San Pietroburgo guidata dalle donne del movimento operaio.
Possiamo ricordare le conquiste sociali, economiche, politiche che sono state raggiunte, molto è stato fatto ma rimane ancora moltissimo da fare, parlo dell’ignoranza in cui spesso la donna viene abbandonata, della libertà che le viene negata, del corpo che viene oltraggiato, del pensiero
mutilato.

Cerchiamo di eliminare i due pesi che come diceva la Montalcini la donna ha dovuto sempre portare, quello privato e quello sociale e questo lo si può fare insegnando il rispetto per la DONNA, per il suo coraggio, per il suo impegno.

Quindi buon 8 marzo
Semplicemente donna ogni giorno
Maria Centrella

NON TI VOLTARE
Non ti voltare
quando una donna viene umiliata
quando il suo corpo viene sfruttato o sfregiato
Non ti voltare
quando le viene impedito
di fare, parlare o sognare
quando lo studio o un lavoro
per lei sono un diritto negato
Non ti voltare
perché anche tu le userai violenza con il tuo tacito assenso….
Per tutte quelle donne che sopravvivono al loro essere donna

Foto di nonmisvegliate da Pixabay