LA SCUOLA DI DOMANI

Scritto da il 2 Aprile 2021

Noi oggi cittadini del ventunesimo secolo ci domandiamo come sarà la scuola di domani? Rispondiamo a questo quesito, partiamo dagli attori protagonisti come gli alunni, docenti e del personale Ata, i quali rappresentano l’ossatura fondamentale della scuola di oggi nel nostro Paese.

Alla luce del covid-19 che si è abbattuto così violentemente nel mondo, facendo numerose vittime tra anziani, colpendo anche i docenti e alunni e il resto del personale, abbiamo sperimentato un nuovo modo di fare didattica detta “DAD”, questa ha cambiato il sistema di fare lezione con i nostri discendi. Ci saranno i pro e i contro su questa scelta, ma essa rappresentare per il futuro un nuovo format culturale nei prossimi anni.

Per raggiungere tali obiettivi si deve assolutamente ammodernare la struttura tecnologica informatica nella trasmissione dei dati, anche se in quest’ultimi anni si sono fatti passi da gigante come il caso delle fibre ottiche, che con la loro velocità hanno abbassato i tempi di trasmissione. Ormai anche le nostre università telematiche che si sono proliferate a dismisura già adottano la didattica a distanza per i corsi di laurea, i master e corsi perfezionamento. Anche le università che adottano la didattica in presenza sono corsi a ripari per non rimanere indietro a questo nuovo modo di fare cultura, per essere competitivi con gli altri atenei e non perdere iscritti.

Allora è venuta la fine della didattica in presenza per il futuro? Io dico di no, anzi le scuole dovranno offrire offerte formative di alta qualità per essere protagonisti del sapere, scegliendo nuovi modi e nuove strategie di fare formazione per accattivare gli interessi dei nostri alunni. Molti paesi nel nostro continente sono all’avanguardia nel mondo della scuola, vedi la scuola o il modello finlandese, che tutti dicono è un sistema da seguire. La scuola di domani deve tener conto che il progresso corre così velocemente e la scuola che dovrebbe governare questi fenomeni, sta indietro. Un mio pensiero finale io amo la scuola in presenza perché è più partecipativa, abbatte tutte le barriere e fa aumentare i contatti umani non sentendoci soli dietro uno schermo di un​ computer e potendo confrontare con il prossimo dimostrando le nostre emozioni il calore sia di noi docenti che quello degli alunni. Mi auguro che nei prossimi venti anni la scuola in presenza dia sempre maggiori garanzie sul successo formativo dei discendi.

Foto di Patricio González da Pixabay

computer e potendo confrontare con il prossimo dimostrando le nostre emozioni il calore sia di noi docenti che quello degli alunni. Mi auguro che nei prossimi venti anni la scuola in presenza dia sempre maggiori garanzie sul successo formativo dei discendi. Giuseppe Iacomino

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