Buon 1 Maggio: riflessioni sulla festa dei lavoratori

Scritto da il 1 Maggio 2023

La nostra Costituzione all’art.1 recita che l’Italia è una Repubblica democratica “fondata sul lavoro”.

Il 1° maggio del 1946 nasceva la festa del lavoro in Italia dopo che la ricorrenza era stata sospesa durante il ventennio fascista; la festa nasce dal sangue dei lavoratori per cercare di migliorare le condizioni di lavoro, per ottenere diritti, tutele, eguaglianza senza i quali non si può parlare di lavoro e di lavoratore.

Col tempo le condizioni di lavoro sono cambiate ma ci si chiede se nel 2023 sono realmente migliorate per tutti i lavoratori, quelli riconosciuti come tali, quelli che invece lavorano al nero, o di quelli che vivono di lavoro precario. Ci si chiede se sia ancora giusto parlare di festa del lavoro se per molti lavoro il lavoro non esiste e molti versano in condizioni di disagio.

Credo che il primo maggio debba essere una commemorazione per non dimenticare il sangue versato dai lavoratori che hanno lottato per ottenere condizioni di vita e di lavoro migliori

Credo che il primo maggio in Italia, dove il lavoro nero rappresenta un triste primato, dove cresce la precarietà e il lavoro è sottopagato, dove nonostante le leggi sulla sicurezza si continua a morire di lavoro e per il lavoro, debba rappresentare anche un momento di riflessione perché se le condizioni di lavoro sono migliorate ciò non vale per tutti i lavoratori, perché per molti la parola dignità non si sostanzia in realtà, perché dal lavoro ancora molte donne e molti giovani sono estromessi, come il Presidente Mattarella sottolinea, perché la politica è sempre più distante dai problemi dei cittadini e dei lavoratori e non basta convocare il Consiglio dei ministri il 1° maggio per varare il decreto lavoro se manca il confronto con le parti sociali. La creazione dei posti di lavoro, infatti, è frutto anche e soprattutto delle decisioni politiche, delle riforme che la politica è in grado di porre in essere in un continuo dialogo con le parti sociali. Va inoltre sottolineato che per produrre lavoro e lavoro di qualità occorre puntare sulla formazione e l’aggiornamento professionale, occorre supportare la scuola quindi nel suo ruolo sociale.

Il primo maggio sia anche l’occasione per riflettere sul fatto che per la prima volta la generazione successiva non sta meglio della precedente, che è ripreso il fenomeno migratorio: a centinaia di migliaia soprattutto di giovani soprattutto dal Mezzogiorno.

In poche parole la festa del primo maggio per ricordare che:

“Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell’impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.” (Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, 1948).


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