La scuola che verrà: la didattica a distanza sarà il futuro dei prossimi venti anni?

Scritto da il 30 Maggio 2020

Ci voleva una pandemia da Covid 19 per cambiare le abitudini nel mondo della scuola e per fare formazione a distanza. Oggi, miei cari colleghi, sono cambiate le nostre abitudini, la didattica a distanza ha creato nuovi scenari di come approcciare le discipline scolastiche, anche i genitori si stanno adeguando e aggiornando con i mezzi informatici messi a disposizione per aiutare i propri figli a svolgere i compiti assegnati dai docenti. Ma la didattica a distanza non è nuova, anzi molte università telematiche sparse sul nostro territorio già attuano questo nuovo modo di fare formazione ed esami universitari e tesi a distanza. Però la DAD non ammette più alibi da parte degli studenti, che sono sempre più spesso controllati sia da parte dei docenti che dai genitori, anche se questo tipo di controllo giornaliero viene fatto dal registro elettronico con Argo famiglie per informare sulle lezioni svolte, assenze e ritardi da parte dei loro figli. Però mi domando, è anche vero che la scuola si deve ammodernare per vincere le scommesse economiche del futuro, ma comunque il fascino di insegnare a scuola è sempre la cosa più bella che ci sia. Sentire il suono della campanella che scandisce le ore di entrata e di uscita dei discenti dalla scuola, sporcarsi le mani con il gesso, gustare un caffè con i colleghi, abbracciarci, discutere animosamente tra di noi sempre a favore degli alunni, tutto ciò mi manca tanto. Sono fautore del progresso tecnologico per stare sempre al passo con i tempi moderni, parafrasando un film di Chaplin, ma la scuola deve restare sempre come contatto fisico-culturale con i propri alunni perché, come noi sappiamo, la scuola è il primo presidio di legalità del territorio, visto che molti istituti sono concentrati in aree a rischio come il mio non devono dare in nessun modo manovalanza alla criminalità organizzata. La scuola deve rimanere scuola come è oggi, il progresso deve avvenire nelle proprie mura rafforzando la didattica laboratoriale e sfruttare meglio le risorse che il territorio mette a disposizione.

Giuseppe Iacomino

Foto: Pexels

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