La scuola italiana e la Convenzione di Faro
Scritto da redazione il 29 Gennaio 2021
A rileggerla meglio la “Raccomandazione del 28 gennaio 2021” del Governatore della Campania va nella direzione della massima elasticità, arrivando ad indicare che ciascuno ha il diritto di scegliere per sé e per i propri figli: “assicurando … ai genitori degli alunni, nel rispetto della misura sopra prevista (ndr 50% in aula), di optare per la fruizione della didattica a distanza”.
Alla luce della variegata posizione assunta dai singoli cittadini nei confronti della diatriba sulla riattivazione della didattica in presenza e della conseguente giostra viziosa di ordini contrastanti impartiti da ogni ente o istituzione pubblica con le più disparate competenze nei confronti dell’organizzazione della vita della Comunità – Stato (Presidente del Consiglio e singoli ministri dell’Istruzione e della Sanità), Regioni, Comuni, Prefetture, Tribunali Amministrativi Regionali -, il Governatore della Regione Campania “taglia la testa al toro” e, primo nell’Italia della pandemia, inconsapevolmente, emette un atto ispirato alla Convenzione di Faro e al principio della Sussidiarietà contenuto nell’articolo 118 della Costituzione, passando il testimone alle famiglie, restituendo loro l’ultima parola e la possibilità di scegliere per sé e per i propri discendenti il modo di fruire e rapportarsi al servizio educativo organizzato dallo Stato Italiano.
Adesso tocca ai dirigenti delle singole scuole ed ai loro staff accogliere l’indicazione e organizzare, attraverso i canali comunicativi informali (da confermare con atti burocratici ufficiali) la raccolta delle preferenze dei genitori: chi vuole fruire della scuola in presenza e chi lo farà da casa, potendo contare su un’eccellente connessione al web. Sì, perché questo dovrebbe essere un criterio fondamentale nella possibilità di scegliere se lavorare e studiare da casa o recarsi nel posto fisico in cui il servizio è organizzato. In questo anno di scuola wireless, troppi alunni hanno perso il senso dei diritti e dei doveri a causa della carenza strutturale della rete elettronica in Italia, che riduce, nel migliore dei casi, le lezioni a distanza ad un continuo “accendi la telecamera, accendi il microfono; mi sentite, mi vedete, vedete lo schermo?” degli insegnanti e un “prof, scusate, cade la linea, se accendo la telecamera mi disconnette, non ho il microfono, etc” degli alunni. Si mette così il punto agli atti di contrordine del potere che hanno reso impossibile e precaria la vita a tutti coloro che vivono nel mondo della scuola. Si sta consumando il passaggio epocale: la scoperta che, nonostante i progressi della medicina ufficiale, l’Umanità convive con una miriade di esserini che mettono costantemente in pericolo la vita di ciascuno di noi. È questa la consapevolezza che condizionerà la convivenza e i rapporti sociali sul Pianeta Terra negli anni a venire?
Olimpia De Simone
Federico D'Onofrio Di 1 Febbraio 2021 alle 14:22
Veramente non è De Luca il “primo nell’Italia della pandemia” ad aver lasciato libertà di scelta ai genitori. Ben prima di lui, sin dall’anno scorso, altri Presidenti di Regione avevano fatto altrettanto.