PARI OPPORTUNITA’: equità di genere nel post pandemia

Scritto da il 30 Giugno 2021

La gestione dei diritti legati alle persone e la relativa equità di genere nel post pandemia risulta
problematica. Fornire un ventaglio di offerte all’universo femminile che più di tutti ha dovuto, in Italia,
soffrire la crisi pandemica, denunciata dai dati delle chiusure delle attività settoriali e dagli abbandoni
nelle imprese di giovane costituzione, passa attraverso un’attenta analisi critica di quelli che sono i
fenomeni sociali negli anni 2020/2021. Il Nord Est non è da meno, anche qui la minore quantità di
imprese al femminile denota un calo economico che riflette sulla povertà delle famiglie.

Una analisi sociologica delle modalità di sviluppo delle famiglie italiane sottolinea la presenza di molte
imprese al femminile, soprattutto nel settore agricolo. In passato questo era uno status dell’impresa a
gestione familiare, in quanto il capo famiglia lavorava altrove, spesso in fabbrica, contribuendo in parte
al tenore economico della famiglia. La moglie ed il primo figlio gestivano l’azienda agricola.
Attualmente il capo famiglia risulta essere proprio la mamma che con i suoi figli o con aiuti esterni alla
famiglia riescono a mandare avanti aziende ben più popolose di capi bestiame. E il marito dove si è
perso? Scimiottando il cantante Tizio o l’attore Sempronio è al secondo tentativo di convivenza, con una
cadenza per lo più ventennale si cambia “morosa” decisamente più giovane della precedente e quindi
con uno stacco generazionale più consistente.

Le donne spesso disilluse da questi rapporti usa e getta a data di scadenza quasi certa, si rimboccano le
maniche e si attivano in una propria attività, aiutate dalle figlie e dai figli.
In questa realtà lo Stato come può contribuire esercitando un’azione economica a supporto delle
imprenditrici? Quali novità adottare per un’azione mirata ed efficiente nel tessuto della produzione al
femminile? La mia proposta è semplice: tessere una rete di professionisti in ausilio all’attività economica
che suggeriscano, anche da remoto, particolarmente apprezzato ultimamente, l’utilizzo di alcune scelte
di compilazione dei bilanci semplificata, l’uso sostenibile di fertilizzanti, concimi, prodotti e packaging
nei vari settori, ecc.

La gestione di questi “consigli” chiamiamoli così, che in maniera cadenzata pervengono all’azienda
sottoforma di webinar o di informativa da consultare quasi obbligatoriamente serviranno a mostrare
nella pratica l’adozione di una serie di metodologie che porterebbero all’innovazione e allo sviluppo in
maniera immediata. Si fornisce infine un numero verde al quale fare riferimento per avere la consulenza
diretta del professionista.
Ripresa? Certo ma analizzando la tipicità imprenditoriale italiana si creano le basi di uno sviluppo reale.

Mattia Teresa Tavarilli

Foto di mohamed Hassan da Pixabay 


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